venerdì 7 marzo 2014

Ai sette

Carissimi,
l'altra sera siamo tornati a casa sfiniti, dopo i due giorni di prove a Taio; sfiniti, ma con una sensazione di calore.
Finalmente abbiamo potuto riprenderlo nelle "nostre" mani, il "nostro" Sacrificio. Tutti noi l'abbiamo visto nascere e crescere per due lunghi e brevissimi anni, lasciandoci scivolare dentro tanta vita. Noi, più di ogni altro, avevamo il diritto e, soprattutto, la responsabilità di congedarlo per un nuovo viaggio che speriamo continui, aldilà delle sette repliche trentine.
Ora che Sacrificio è nelle nostre mani, non possiamo risparmiarci: dobbiamo essere generosi, severi, rigorosi; dobbiamo mettere tutta la nostra intelligenza e la nostra passione affinché Sacrificio restituisca al pubblico tutto il suo spessore, tutta l'umanità che possiede.
Siamo rimasti noi i suoi custodi, soli, a difendere il lavoro di tanti altri che ora però non possono più intervenire. E' per tutti coloro che hanno dato il loro contributo a Sacrificio, che dobbiamo lottare. E anche contro tutti coloro che Sacrificio non l'hanno mai sopportato. Ma è soprattutto per il Teatro, per un certo modo di fare Teatro, che dobbiamo lottare. 
Vi abbracciamo forte. Abbiamo davanti un lavoro duro, che ci farà anche soffrire, ma che sarà anche una gioia.
Sentiamo chiaro, ora, quel legame che è venuto creandosi con il comune lavoro. Grazie!

Elena e Jacopo

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