giovedì 30 maggio 2013

La pietà di Sacrificio

Di Paolo Gardini

Di seguito il testo di un'e-mail di Paolo... a rischio di confermare le voci che mi danno per vanesio... non mi è mai successo di condividere una lettura cosi profonda, colta e carica di sincera emozione di una fotografia ed in particolare di questa, che per qualche mistero della mente, emoziona anche me potendo osservarla per la situazione di sofferenza e "comprensione" che rappresenta, pur consapevole della finzione che si cela dietro ad essa. Flavio Torresani
Caro Diego-Flavio, non so quanti vi abbiano scritto a proposito della fotografia scelta come immagine di Sacrificio, io la trovo splendida. Credo che persino Caravaggio ne sarebbe fiero, con il buio più nero tagliato da una radente e affilata lama di abbacinante luce laterale tipica delle sue rappresentazioni. Una composizione di raro equilibrio pur nella studiatissima asimmetria, perfettamente bilanciata sull'asse volto-volto-mano-gamba e di lato il tuo corpo leggero, sfumato e sospeso.Geniale il fascio delle tre linee rappresentate dalle gambe di Marta-Barbara e dal raggio luminoso, esaltato dall'ombra decisa sul tuo viso.
Una scena carica di emozione e nel contempo serena e consolatoria, una Pietà della tradizione iconografica priva dello strazio al quale siamo spesso abituati e incentrata sulla "comprensione" nel suo duplice significato. Così leggo lo sguardo di Marta, i due abbracci e le mani. Come è di grande suggestione il braccio sinistro di Marta che si prolunga dissolvendosi nel tuo, trucco svelato solo dalle sue dita che ti sorreggono il capo.
Una grandissima Pietà che prende ancor più forza in un'altra citazione della storia dell'arte: Narciso che si specchia nell'acqua. Mi viene in mente un fermo immagine fantastico, non so se lo conosci. Si tratta del Cristo morto del Mantegna, utilizzato nell'incipit di un film di Andrey Zvyagintsev (il ritorno) che nel 2003 vinse il Leone d'oro a Venezia.
Che dire? Avete curato alla grande ogni più piccolo dettaglio e spero che il pubblico lo colga e vi gratifichi per il vostro lavoro fisico e intellettuale. Credo che la stanchezza, la tensione e la disciplina dei vostri volti seri mentre raccogliete gli applausi possano sciogliersi in tanti sorrisi liberatori.

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