venerdì 10 agosto 2012

SetteAgostoDuemiladodici – provino aiutoregista

Considerazioni di una candidata aiutoregista
Di Susanna Sieff

"Non sai cosa ti aspetta in questo imperfetto martedì d’agosto carico di sole.
Guidi tentando solo di non arrivare in ritardo. Cosa potrebbero pensare? Che sei inaffidabile, o forse che poco ti importa… Non è così, tu sai che non è così. E allora sbrigati, hai capito? SBRI-GA-TI!

Mezzolombardo. Dove sarà il teatro? Chiedi. Non chiedi mai, convinto che uno nell’era del 2.0 con uno smartphone, un tablet e un navigatore satellitare in macchina se la possa cavare da solo, senza disturbare il mondo. Chiedi a tre persone, e anche solo questo per te è sintomatico di un deragliamento. In positivo, in negativo. Deragli senza giudizio di sorta.

Finalmente arrivi. Parcheggi. Cammini.

E poi ti trovi dentro ad un Teatro. Vuoto. Equilibrista sul filo dell’ignoto.
Non sei allenato. Non è luogo che frequenti abitualmente. Il vuoto fa la differenza.
Ti sai muovere tra spettatori impazienti con un biglietto stropicciato tra le dita che inseguono numeri, amici, poltrone.
Ti sai muovere nel vociare confuso di una disordinata platea in cerca del silenzio necessario per far iniziare lo spettacolo. Ma qui è tutt’altra storia. Sei dubbioso, goffo. Quasi intruso.
Dura poco. Rilassati, hai capito? RI-LAS-SA-TI!

E poi è tempo che scorre. Tempo che corre.
Intriso di parole, pensieri, sensazioni, tentativi. Di movimenti, commenti, elastici, nasi, tappeti, sgommate.
Popolato di re, di matti, di figli e di amici fidati. Di amore, dolore, rabbia, perfidia. Follia.

Cinque persone e un teatro che non sembra più vuoto, animato di interazioni. Un teatro che diventa denso, come dense lo sanno essere solo le somme.

“Va bene, grazie. Buonanotte”.
È ora di tornare a casa. Sei pervaso da un elettricità che non ti farà dormire subito, lo sai.
E allora esci e stai lì, sulla soglia della notte a guardare la lavagna del cielo puntinata di stelle e senti già una nostalgia che sale come metallo fuso. Ti chiedi se ci sarà, dopo la corsa di questo tempo, un tempo che verrà. Fatto di teatri, quasi vuoti in apparenza, ma densi, infinitamente densi.”

3 commenti:

  1. Per una volta le stelle sulla "lavagna del cielo" non cadono in questa notte magica: tengono sospeso il desiderio che tutto questo si realizzi nel migliore dei modi! Che bello Susanna, grazie per questa condivisione di emozioni comuni!

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  2. bello. tante volte è successo!

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  3. "equilibrista sul filo dell'ignoto"
    Una descrizione perfetta di quell'ansia mista ad eccitazione che ha preceduto anche il mio provino. Emozioni da ricordare, emozioni che si provano solo entrando in un teatro e mettendosi in gioco. l'Avventura Sacrificio è stata comunque una grande avventura, anche dovesse interrompersi qui. Perchè non c'è niente di meglio del poter lavorare per la costruzione di un sogno, per la creazione di una visione più grande di te, ma che, allo stesso tempo, ti rispecchia. Tanta paura, aspettativa, agitazione, ripagate appieno dalla sensazione unica che solo il teatro ti può comunicare. Non sei più un numero ma diventi personaggio, diventi parole, diventi emozione , ritorni te stesso.
    grazie.

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